Reazioni&Recensioni


MARIALUISA FAGIANI - Non è un documentario, è una metafora: il “making of” di uno spettacolo la cui “prima” sembra non arrivare mai;



ADRIANO BARONE - L'ironia è l'unico atteggiamento che ti permette di non
impazzire di fronte alla mancanza di senso che tutto pervade.



STEFANO MANGINI - E' capostipite di un genere, all’interno del quale non ha ancora paragoni, sebbene già si appresti a dettarli.

EUGENIA LENTINI - Sempre sul filo di lama: da una parte il baratro della banalità, dall’altra la costruzione, attraverso il personalissimo vissuto delle “ragazze”.

CLAUDIO AIOLFI - Narrare senza necessariamente vedere il volto di un personaggio, lascia lo spazio di metterci anche il proprio. Ho trovato questa cosa sottile, geniale.

PIA MARY - Paradossalmente, per me, il tuo film è stato rassicurante, proprio per il fatto che è stato in grado di procurarmi ansia!








PROSSIME PROIEZIONI






martedì 22 giugno 2010

RECENSIONE di MASSIMO MAISETTI - PRESIDENTE ASSOCIAZIONE NAZIONALE FEDIC

Alla prima visione "Aspettando Madonna" mi ha sconcertato, lungo e faticoso ma anche curioso e intrigante. Ho riletto la tua presentazione, l'ho rivisto soffermandomi qua e là per cercare di capire meglio... Giusta e corretta la sintesi : "gruppo di donne per un documentario sulla precarietà, regista allergico al tema su grande schermo, processo di trasformazione dei protagonisti, vagabondaggio dello sguardo da parte dello spettatore, eliminazione progressiva delle aspettative iniziali..." Logica la conclusione lapidaria: "Uno strano oggetto intitolato Aspettando Madonna". Strano oggetto che potrebbe anche essere valutato come documentario di immagini rubate a persone inconsapevoli. O come un film a soggetto con attrici e attori. Aggiungerei: anche come il back stage di due o tre film da montare curando meglio la colonna sonora e tagliando alcune immagini di dettagli troppo insistiti. Non voglio però andare oltre, tutto sommato mi ha coinvolto, a tratti divertito, e, tenuto conto che sono sommerso di lavoro, puoi considerarlo un giudizio positivo. Guarda l'ora e tieni conto che lavoro dalle 5 e ho interrotto per una pausa curiosa quanto il tuo film. Continua, ci sai fare. Buona giornata. Massimo Maisetti

mercoledì 16 giugno 2010

Oroscopo di Antonia Monopoli in arte Fata Morgana per la proiezione del 20 giugno 2010 presso Arci Scighera a Milano

La proiezione del film avrà l’Ascendente in Capricorno, gli spettatori saranno avvolti dall’ambizione del film e dei protagonisti. Luna in Bilancia, saranno presenti in sala persone legate all’arte, alla cultura, alla bellezza, alla poesia. Luna in trigono con Nettuno darà continue e intreccianti anticonformiste illusioni poetiche. Saturno in Vergine quadrato al Sole e Mercurio in Gemelli, stimolerà il pubblico in sala alla visione del film.

venerdì 11 giugno 2010

GIAMPAOLO SELEZIONATORE FILM FESTIVAL GLBTQ MILANO

Il film di fede l'ho visto. Per il nostro festival non c'era verso di farlo funzionare. Ha degli spunti intelligenti, di cinema collettivo anni 70 che sono belli, ingenui. Si perde nel montaggio...self indulgent...detto questo ha dignita', parla di argomenti poco trattati, insomma un bel primo passo.

giovedì 10 giugno 2010

VITO CONTENTO - CRITICO CINEMATOGRAFICO Direttore editoriale di Rifrazioni, dal cinema all'oltre. www.rifrazioni.net

10:43 è uno di quei momenti che non fa piacere a un critico, ahimé non mi è piaciuto per nulla, 10:44 mi spiace 10:44 mi ricorda quasi un reality, tipo il prototipo quello dei ragazzi in appartamento a Bologna 10:44 per carità il mestiere si vede tutto 10:45 ma dubito tu mi abbia chiesto un parere se sai girare o meno 10:45 perchè lo sai già 10:45 ma loro, le donne sono di scarsissimo interesse 10:46 direi tutto il work in progress. sul dafarsi poco interessante 10:46 anche il tuo scazzo con la sceneggiatrice 10:48 mi sa che ha vinto il reality, perchè non c'è chessò una seconda parte che prende una piega poetica 10:48 o epica 10:48 lo dimostra il fatto che il tuo spessore registico 10:49 traspare più all'inizio che in tutto il resto
beh all'inizio giri immagini 10:49 c'è immagine 10:50 poi ci sono parti dove vengono riprese come tossico dipendenti, sulle mani, sulle gambe, secondo me il problema fondamentale sono il soggetto 10:50 cioè la combricola di donne 10:51 mai visto donne meno femmine, sensuali, tutte con la mazza su per il culo 10:53.
C'è fra di loro, un senso di democrazia, sul nulla, sulla assenza di idee, sul dubbio che è nauseabondo. Sembra che siano costrette a parlare a turno, per dire qualcosa di interessante, che non sono in grado di dire mai, né sul film da fare, né sul precariato o chissà quale altra tematica sociale. Sono impregnate di un sociale che non c'è e quindi hanno dentro di sé, esprimono, lo stesso nulla del nulla dell'odierno sociale.
Ah beh probabile, ora critichi la provenienza sociale del critico! criticare non vuol dire stroncare 10:54 vuol dire più immedesimarsi 10:54 ho militato in rifondazione diversi anni 10:56 beh ho conosciuto anche le femministe che sanno non confodere tra la loro discriminazione sul lavoro e il piacere di fare un pompino, tra i loro traumi psicologici e i loro obbiettivi politici 10:56 il problema che è un gruppo talmente confuso che danneggia il film, perché non escono mai posizioni concrete, non c'è un'autorità intellettuale 10:57 non c'è una suggestione di pensiero forte, è il tempo che mancano pensieri forti, magari venissero, anche sbagliati, producono nuovi pensieri. 11:00 allora probabile che non mi piace perchè amo Nietzsche e la sua Volontà di Potenza 11:04
La pratica Nietzschiana per quanto difenda la mediocrità 11:05 è una pratica delle virtù esibite, un conto è la pratica della contraddizione Nietzschiana
11:05 quasi sempre fra due estremi radicali 11:06 un conto è il non pensiero, la mediocrità, il dubbio permanente 11:08 ma non vado al cine, o apro un libro,
per trovarci la vita 11:08 un reality fatto meglio non mi interessa 11:09 certo era meno noiosa la vita quando un bimbo vedeva un padre essere arrestato per aver rubato una bicicletta 11:09 anche se dubito non sia ancora così, la vita 11:10 c'è chi fa ancora cose epiche, chi attraversa ammassato in camion il deserto poi prende un gommone e passa l'estate a venedere collanine sulla spiaggia avulso dal suo mondo e da quello che ora sta calpestando cancellato dalla risacca 11:11 beh nel film traspare, come purtroppo traspare il tuo continuo rispetto verso chi non sa che pesci pigliare 11:12
e apre la bocca senza pensare 11:12 in sto film non ci sono rivelazioni, c'è quasi una pietas , da qui credo Aspettando (la) Madonna. 11:14 un grande fratello con la pietà non so se sia peggio o meglio, ci penserò 11:16 condivido pienamente (la recensione di Maria Luisa Fagiani) e ti ringrazio 11:16 ora so che se un ottimo regista cerca di distruggere la televisione non ce la fa 11:17 Non guardo la tivù, ma amo le fiction americane (la palestra del miglior cinema americano) e guardo solo quelle e il tennis perchè gioco a tennis 11:21 Debord non era arrivato a dire che la gente sarebbero diventati perfino attori, aveva detto che la gente era pubblico all'estremo della spettacolarizzazione della società. Ora la gente fa perfino l'attore e c'è il mistero perchè c'è un pubblico che ama ammirare se stesso 11:23 nella sua assenza totale di identità, pensiero e capacità di sognare
11:24 nella sua totale assenza di poesia 11:24 come se amasse vedere il proprio cadavere 11:25 dunque come sosteneva C. Bene, il danno che si fanno, da soli, i sedicenti artisti 11:25 e che vogliono realizzare opere d'arte 11:25 e non essere opere d'arte. Non dovresti aspettare madonne o miracoli, dovresti crearti. Se ti crei, la creazione viene da sola.

recensione di Federico Rizzo Che fine ha fatto il maschio?

Un gruppo di giovani donne e Tinelli a capo della regia realizzano un film personale sul nostro presente e sulle sofferenze del dover andare avanti in una società senza danè e strapopolata da figure del femminile in continua prostituzione estetica.
Il regista, coadiuvato da una fotografia essenziale e da un montaggio intelligente, non cerca il cinema del facile consenso tanto che entrare dentro quest'opera per il comune spettatore - lobotomizzato da sceneggiature per menti fragili - non sarà, sulle prime, facile.
Tuttavia è uno sforzo che ripagherà lo spettatore poichè fatto soprattutto di dettagli e voci fuori campo mai banali.
Il film convince principalmente per la proposizione di modelli femminili veri e vibranti e per un'idea di cinema ostinata e che merita attenzione.
Rimane un interrogativo: che fine ha fatto il maschio?

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