Reazioni&Recensioni


MARIALUISA FAGIANI - Non è un documentario, è una metafora: il “making of” di uno spettacolo la cui “prima” sembra non arrivare mai;



ADRIANO BARONE - L'ironia è l'unico atteggiamento che ti permette di non
impazzire di fronte alla mancanza di senso che tutto pervade.



STEFANO MANGINI - E' capostipite di un genere, all’interno del quale non ha ancora paragoni, sebbene già si appresti a dettarli.

EUGENIA LENTINI - Sempre sul filo di lama: da una parte il baratro della banalità, dall’altra la costruzione, attraverso il personalissimo vissuto delle “ragazze”.

CLAUDIO AIOLFI - Narrare senza necessariamente vedere il volto di un personaggio, lascia lo spazio di metterci anche il proprio. Ho trovato questa cosa sottile, geniale.

PIA MARY - Paradossalmente, per me, il tuo film è stato rassicurante, proprio per il fatto che è stato in grado di procurarmi ansia!








PROSSIME PROIEZIONI






sabato 10 aprile 2010

Recensione di FRANCESCA TASSINI - SCENEGGIATRICE

A me è piaciuto un sacco.
Credo che chi ti ha chiesto "cosa volevi dire, cos'è per te la precarietà?" non ha veramente capito niente alla base. Di precarietà è intriso tutto il film, e non la solita pippa sociale, ma una precarietà interiore, che si trova nelle pieghe del quotidiano, delle azioni delle scelte, che è un modo di essere e di vivere (o non vivere...ritirarsi come ha fatto la maggior parte dei personaggi che hanno contribuito al film)

Insomma hai preso un tema tanto inflazionato che la parola stessa (precarietà) fa venire i conati di vomito da ulcera a chiunque lo pronunci ormai e ne hai fatto un racconto vivo, secondo me, al di là (o forse grazie a) della "sgrammaticatura" di livelli di coscienza e di struttura, un racconto che si è scritto da solo in maniera un pò schizofrenica ma che sembrava sapere fin dall'inizio dove sarebbe andato.
Meglio di così.

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