Reazioni&Recensioni


MARIALUISA FAGIANI - Non è un documentario, è una metafora: il “making of” di uno spettacolo la cui “prima” sembra non arrivare mai;



ADRIANO BARONE - L'ironia è l'unico atteggiamento che ti permette di non
impazzire di fronte alla mancanza di senso che tutto pervade.



STEFANO MANGINI - E' capostipite di un genere, all’interno del quale non ha ancora paragoni, sebbene già si appresti a dettarli.

EUGENIA LENTINI - Sempre sul filo di lama: da una parte il baratro della banalità, dall’altra la costruzione, attraverso il personalissimo vissuto delle “ragazze”.

CLAUDIO AIOLFI - Narrare senza necessariamente vedere il volto di un personaggio, lascia lo spazio di metterci anche il proprio. Ho trovato questa cosa sottile, geniale.

PIA MARY - Paradossalmente, per me, il tuo film è stato rassicurante, proprio per il fatto che è stato in grado di procurarmi ansia!








PROSSIME PROIEZIONI






sabato 10 aprile 2010

recensione di MARIA LUISA FAGIANI - DOCENTE


O ROCKSTAR O MORTE -Aspettando Madonna è la preponderanza semantica del fruscio sul suono, l´anti-reality, il controformat comunicativo che cita la televisione contemporanea rovesciandone i loci e invertendone i nessi, in una narrazione riuscita e perfettamente leggibile fatta di "tagli" di montaggio, ridondanze, interiezioni, scarti linguistici che sono la controparte espressiva degli standardizzati highlights quotidiani dei reality show o delle partite di calcio. Aspettando Madonna è l´interdetto sintattico che funziona, il "fuori campo" cinematografico che entra nel frame, la scelta dell´"unheimlich" come cifra del reale, il "dispetto" stilistico alle cortesi banalità da prime time televisivo. La vita, in Aspettando Madonna, non ha sceneggiatura possibile ma il film ci ricorda, nondimeno, lo shakespeariano "all the world´s a stage", e di questo palcoscenico cogliamo gli aspetti più opachi: la pesantezza degli attrezzi,
l´incertezza dei mezzi materiali, i momenti fuori spotlight. Un´enfasi comunicativa sul "contatto", alimentata da un audio "lo-fi", evoca precisamente, e con grande pregnanza, la contingenza di un mondo precario, faticoso, frustrante. Aspettando Madonna non è un documentario, è una metafora: il "making of" di uno spettacolo la cui "prima" sembra non arrivare mai. E invece il momento della "prima" arriva. Con il botto. Perché, cercata e attesa lungo tutto il film, Madonna irrompe. Ed è una "inner-Madonna" bellissima e collettiva, Il finale del film, infatti, che si distende in un lungo piano sequenza, ci spiega che no, non è affatto vero che "la vita è sogno", anzi, la vita è incubo, ma di certo è sicuramente vero, e per fortuna, che "il sogno è vita", che le rockstars siamo noi, perchè "you don´t need to be a rockstar to feel like one", che siamo splendide "material girls in a material world" che
non vedono l´ora di buttarsi ""into the groove".e reclamano il diritto al raso e alle rose. "Girls just want to have fun".

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